Skip navigation
Please use this identifier to cite or link to this item: http://arks.princeton.edu/ark:/88435/dsp01tm70mx88p
Title: Love Thy Neighbour as Thyself: A Study of the Unity and Boundaries of Subject and Object in Dante's Commedia
Authors: East, Charles
Advisors: Marchesi, Simone
Marrone-Puglia, Gaetana
Department: French and Italian
Certificate Program: Medieval Studies Program
Class Year: 2018
Abstract: Con la presenza crescente di opere autoreferenziali nell’evoluzione dell’Umanesimo Cristiano durante il Basso Medioevo, il concetto dell’individuo non solo come parte del collettivo ma anche distinto da esso è stato sempre più diffuso nelle opere letterarie. Come una figura di questa corrente, Dante descrive la vita cristiana come un equilibrio di scelta individuale e di dedizione a un viaggio collettivo verso l'unificazione con Cristo. Nell'Inferno e nel Purgatorio, tuttavia, Dante mostra gli effetti della distorsione e indica la necessaria correzione di questo rapporto tra soggetto e oggetto nello stato postlapsario che può solo essere corretto attraverso la presenza rivelata di Dio. Più tardi nel Paradiso, il giusto equilibrio a cui Dante allude nella sua prima terzina della poesia diventa visibile nei canti e balli armoniosi delle varie anime assunte nell’ultima cantica. Negli inni che elevano a Dio queste anime producono note distinte, ma anche un’armonia; esse appaiono anche come luci individuali ma producono carole fluidamente intersecanti. Dante mostra che la soluzione al conflitto tra individuo e collettività, indipendentemente da quale parte si dimostra errante in vari episodi nei regni inferiori, non è stata risolta da una posizione dominante o anche dal compromesso ma piuttosto dalla cooperazione. Perciò questa tesi si occupa primariamente del canto V dell’Inferno e dei canti XXX-XXXI del Purgatorio per trovare una definizione dell’unità verso cui tutte le anime devono tendere attraverso la prospettiva della confessione. Dante non è certo ignorante delle difficoltà che si trovano in questo equilibrio per le anime non ancora beatificate ed esemplifica questo problema attraverso uno studio sull’atto che serve come punto di riunificazione per un’anima perduta e la Chiesa: la confessione. Michel Foucault afferma che la difficoltà della confessione deriva dal fatto East 4 che entrambe le parti possono agire come soggetti durante le diverse fasi del sacramento; così, entrambe le parti possono prevaricare sull'altro attraverso il controllo della narrazione. Dante è anche consapevole di questa dualità di potere nella sua presentazione di Francesca e Minosse, che sbagliano in parti diverse del rapporto tra individuo e collettività. Coloro che fanno preferenze per la prima categoria non riescono a riconoscere la propria colpevolezza e la partecipazione in categorie collettive, per esempio Francesca e il suo rifiuto di capire quanto grande sia stata la propria partecipazione nelle macchinazioni di Amore. Coloro che abusano del collettivo, tuttavia, esercitano il loro potere senza discrezione e non rispettano pienamente il ruolo degli individui nella collettività e la necessità della loro unità intenzionale al paradigma. Così, mentre Francesca minimizza la sua autorità, Minosse come rappresentante della giustizia gonfia la propria. I canti in cui Dante fornisce la correzione più chiara di questo modello fallimentare di confessione è il blocco Purgatorio XXX-XXXI in cui Beatrice è il confessore di Dante. Beatrice nel suo monologo utilizza molte delle stesse tecniche legali e retoriche di cui ha abusato Francesca e assume anche un ruolo giudicante come Minosse. Si distingue, però, da questi due personaggi quando si concentra sulla voluntas. Non esamina lo stato di Dante per determinare semplicemente la sua penitenza poiché lei conosce già la punizione che merita. Invece, desidera conoscere prima se Dante acconsenta al suo giudizio e secondo se Dante capisca qual è stata la vera radice del suo peccato. Dopo che Dante unisce la sua intuizione di contrizione con la comprensione razionale della propria colpa, Beatrice inizia il vero processo di unificazione attraverso un esame delle azioni alternative (per il suo lato razionale) e attraverso la sua penitenza (per East 5 la sua parte emotiva). Questa miscela di ragione e di sentimento ha due ruoli. In primo luogo, corregge il modello etico di autocontrollo che era strato presentato nel Canto V e offre invece un equilibrio di "colpa e duol" (XXX.108). In secondo luogo, nelle parole di Julia Kristeva, crea un equilibrio tra il semiotico (l'annebbiamento indefinito, intuitivo ed egoista del sentimento) e il simbolico (l’ordine definito, logico ed esterno della ragione) per costruire un ponte tra il mondo interno ed esterno o tra l’individuo e il collettivo. Ogni elemento nella strategia confessionale di Beatrice guarisce una parte di questo paradigma relazionale al fine di preparare Dante per il battesimo salvifico. Così, il personaggio puramente legalistico e simbolico di Minosse cerca di fornire solamente la giustizia, mentre Beatrice cerca di rendere giustizia al fine di fondare infine l'unità. Lo scopo di questi due canti nel Purgatorio non è, tuttavia, semplicemente la guarigione e il ritorno ad uno stato giovanile del protagonista. Infatti, il ballo delle virtù immediatamente dopo il battesimo di Dante agisce come la transizione a una versione perfezionata e non semplicemente guarita dell'unità. Queste tre virtù teologiche, Fede, Speranza e Carità, parlano in favore di Dante ma non intercedono come qualcuno in tribunale a un'autorità estranea. Piuttosto, cantano una ballata e danzano in una carola, uno spettacolo che prefigura la circolazione delle anime che sono in Paradiso, al fine di convincere Beatrice a rientrare nel suo corteggiamento con Dante con l’alzare del suo velo. Il contatto visivo tra Beatrice e Dante stabilisce un rapporto rinnovato e anche un mezzo di trasporto in tutte le sfere celesti, in un processo che Dante riassume nel suo neologismo "donneare," che verrà usato nel Paradiso. Questa parola, che significa agire in un modo cortese con una donna, suggerisce un rapporto reciproco ed equilibrato e Dante la utilizza non solo per descrivere la propria interazione con la sua amata Beatrice East 6 ma anche le sue interazioni con la grazia divina nel corso dell’esame da parte di Pietro. "Donneare" diventa così il mezzo preferito per la visualizzazione di unità tra individui poiché descrive l’unità tra l’uomo e la donna mentre ne mantiene la distinzione attraverso i ruoli sociali e descrive anche le volontà reciproche di Dio e dell’uomo che sono necessarie per la salvezza individuale e l'entrata nel gregge collettivo. Attraverso l’uso di terminologia cortese e altrettanto terrena quanto politica per esplicare i concetti divini, "donneare" comincia anche a rappresentare un legame tra la struttura e gli eventi della terra e del cielo attraverso il movimento armonico di carole intersecanti ma distinte. In conclusione, anche se Dante riconosce una doppia struttura di potere che permette l’abuso, la Commedia sceglie anche qui un equilibrio e una sincronizzazione tra gli affari celesti e terreni.
URI: http://arks.princeton.edu/ark:/88435/dsp01tm70mx88p
Access Restrictions: Walk-in Access. This thesis can only be viewed on computer terminals at the Mudd Manuscript Library.
Type of Material: Princeton University Senior Theses
Language: it
Appears in Collections:French and Italian, 2002-2023
Medieval Studies, 1976-1981

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
EAST-CHAS-THESIS.pdf349.46 kBAdobe PDF    Request a copy


Items in Dataspace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.